Archivio – Loc Verona

Archivio della Lega degli Obiettori di Coscienza – Verona

La LOC nazionale e di Verona brevi note storico-istituzionali

Con la legge 772 del 15/12/1972 e successivamente modificata dalla legge 24/12/1974 n. 692 agli art. 2 e 8 viene riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza e istituito il servizio civile la cui istituzioni e organizzazione è stata motivo di dibattito per molti anni. Nessuno aveva idea di come avviare questo servizio e su questa base si creò, fin dai primi giorni di applicazione delle nuove leggi un lungo braccio di ferro tra il Ministero della Difesa che diede sempre un’interpretazione rigida delle norme sul servizio civile per contenerne il fenomeno e il movimento degli obiettori di coscienza che voleva politicizzarlo e rivendicarne l’autogestione.

La necessità di lottare contro il carattere discriminatorio e punitivo della legge – restrittiva e punitiva (8 mesi di servizio in più, commissione giudicante, esclusione delle motivazioni politiche, dipendenza dai codici e dai tribunali militari) – ha fatto nascere subito un movimento di lotta degli obiettori che si unirono nella Lega Obiettori di Coscienza (LOC) che è fondata a Roma nel gennaio 1973. Tra le varie finalità dell’organizzazione c’è la lotta contro la militarizzazione del servizio sostitutivo del servizio militare, sostanzialmente gestito dagli stessi obiettori. A partire dalla sua fondazione, la storia del servizio civile si intreccia con quella della LOC senza però esaurirne i compiti: infatti l’attività dell’organizzazione si è svolta anche su altri temi, quali l’antimilitarismo, l’energia nucleare ed il nuovo modello di sviluppo.

Il dibattito interno al movimento sia negli organismi nazionali (segreteria, coordinamento nazionale, congressi) sia nei coordinamenti regionali che nelle sezioni e nei gruppi locali è sempre stato incentrato su questi grandi temi con un’attenzione particolare al lavoro politico per la riforma delle leggi. Per quanto riguarda il servizio civile, si sviluppano rapporti diretti con gli enti convenzionati per la gestione del servizio civile.

L’attività della LOC si svolse anche con azioni nonviolente attraverso l’organizzazione e diffusione di informazioni sulle autoconsegne a autotrasferimenti degli obiettori, digiuni e proteste contro quello che fu definito come un vero e proprio ostruzionismo da parte del ministero della Difesa per i ritardi nelle risposte e il mancato rispetto della “precettazione concordata” previsto dalla convenzione di attuazione della legge 772. Veniva anche contestata una nuova circolare che imponeva condizioni molto pesanti agli enti. Nel 1989 la Corte Costituzionale smontò la legge 772/1972: con la sentenza n. 470 del 31 luglio di quell’anno, viene dichiarato incostituzionale l’articolo 5 della legge che fissava una durata del servizio alternativo civile di otto mesi maggiore di quello militare. Nella sentenza si parla di una differenziazione possibile ma “sostanzialmente contenuta e non irrazionale” per far fronte ad
“esigenze formative” che lo svolgimento del servizio civile richiede nella pratica. Il 19 agosto 1989, in attesa dell’approvazione parlamentare di una legge, il ministero della Difesa emana una direttiva secondo la quale tutti gli obiettori riconosciuti avrebbero potuto terminare il loro servizio civile dopo 12 mesi che, da quel momento, risulta di durate uguale al servizio militare. Al 31 luglio 1989, quindi a pochi giorni prima dell’emanazione della direttiva – secondo Amnesty International, erano detenuti nelle carceri militari 532 obiettori di coscienza, il novanta per cento dei quali erano Testimoni di Geova.1 La sentenza della Corte Costituzionale e la direttiva del ministero della Difesa velocizzano tentativi di cambiamenti legislativi. Nel 1992, il Parlamento licenzia un nuovo testo di legge, ma l’allora Presidente Francesco Cossiga rifiuta di firmarla per incostituzionalità, la rinvia al Parlamento con una serie di note di perplessità sul fenomeno Obiezione di Coscienza. Il giorno successivo il Presidente scioglie le Camere e la legge non viene approvata. Nel frattempo il numero di obiettori è cresciuto esponenzialmente rispetto ai primi anni di applicazione della legge: oltre 13.000 domande nel 1989, oltre 16.000 nel 1990, 30.000 domande nel 1994, 70.000 nel 1998. 2 In Veneto – l’andamento è stato analogo in termini assoluti: 1.498 nel 1989 pari al 10,9% del totale nazionale, 1.509 nel 1990, 9,0%, 1652 nel 1991, 9%, 2.223, 9,5% nel 1992.3 Dopo una serie di altri tentativi falliti nel corso della XI e XII Legislatura, nel luglio del 1998 si giunge finalmente all’approvazione della legge 230 che sancisce il pieno riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza. Il lavoro di pressione nei confronti del Parlamento da parte di diversi organismi associativi, dal Terzo settore alle organizzazioni pacifiste alla stessa LOC aveva quindi portato ad un successo ma dopo ventisei anni dall’approvazione della prima legge sull’obiezione di coscienza. Con questa legge l’obiezione di coscienza non è più un beneficio concesso dallo Stato, ma diventa un diritto della persona: il Servizio Civile rappresenta un modo alternativo di “servire la patria”, con una durata pari al servizio militare, a contatto con la realtà sociale, con i suoi problemi, con le sue sfide. I giovani possono scegliere di difendere la Patria, con il servizio militare o con il servizio sostitutivo civile. La gestione del servizio civile sostitutivo del servizio militare passa all’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (dal 1° gennaio 2000). La legge 331 del 2000, “Norme per l’istituzione del Servizio Militare professionale”, muta profondamente la natura
del Servizio di leva che diventa volontario e professionale, determinando così la conclusione dell’obiezione di coscienza a partire dal 2007 e la leva obbligatoria viene sospesa ma, a seguito della legge 226 del 2004 e al decreto legge 115 del 2005, su domanda degli obiettori ancora in servizio, viene concesso il congedo anticipato al 1° luglio 2005.
In questo modo viene approvata la trasformazione dell’arruolamento delle Forze Armate Italiane, che passano dalla leva obbligatoria a quella volontaria, rivolto a uomini e donne.

L’Archivio della LOC Verona (1966-2001) Prima sezione (1974-2001)

L’attività della LOC di Verona è strettamente collegata a quella degli altri movimenti antimilitaristi e nonviolenti presenti nel territorio veronese – in particolare il Movimento Nonviolento presso la cui sede la LOC teneva la sua attività – e più in generale a quello veneto. Inoltre gli stretti rapporti con la sede nazionale della LOC a Milano si riflettono nelle carte della prima sezione dell’archivio che si trovavano depositate, prima del riordino, nell’abitazione di Stefano Guffanti, uno dei fondatori della LOC di Verona e successivamente segretario nazionale della LOC dal 1987 al 1991.
Il nucleo centrale di questa prima sezione dell’archivio è costituito da carte prodotte e conservate dagli attivisti del movimento, in particolare lo stesso Guffanti e Stefano Salzano quest’ultimo per diversi anni membro della Commissione Industria Bellica della LOC.

Seconda sezione (1966-1995)

Accanto a questa sezione, l’archivio della LOC Verona è costituito da un’altra sezione con proprie carte prodotte dagli attivisti dell’organizzazione che negli anni Novanta del XX secolo decisero di trasferirle presso la sede nazionale della LOC a Milano. Il motivo del trasferimento è legato ad una mancanza di spazio nella sede veronese di Via Filippini, condivisa con il Movimento Nonviolento e ad un progressivo disinteresse verso le tematiche del servizio civile. Nel luglio del 2022 le carte di questa sezione sono state recuperate e trasferite presso la nuova sede del Movimento Nonviolento in via Spagna 8 per un lavoro di riordino ed inventariazione.
Questa sezione è costituita da serie che rispecchiano i temi e l’organizzazione delle carte della prima sezione con l’aggiunta di due fascicoli (nn. 102-103) antecedenti a quello di istituzione della LOC sulle iniziative per l’obiezione di coscienza prima dell’approvazione della legge 772/197.

1 Andrea Maori, Dossier Liberà controllata. Polizia, potere politico e movimenti per i diritti umani e civili (1945-2000), Roma, Reality Book, 2012, pp. 133-134.
2 www.arciserviziocivile.it/obiezione-di-coscienza/
3 Tabella “Ripartizione regionale delle domande di obiezione. Anni 1989-1992”, fonte Ministero della Difesa in: Massimo Paolicelli, La carica dei 242 mila.23 anni di obiezione di coscienza in Italia, 1996, Icone, Roma, p. 15.

Inventario LOC Verona .pdf